Storia della mia gente by Edoardo Nesi

Storia della mia gente by Edoardo Nesi

autore:Edoardo Nesi [Nesi, Edoardo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, romanzo
ISBN: 9788858706282
Google: lqagDQAAQBAJ
editore: Giunti
pubblicato: 2010-04-20T22:00:00+00:00


Esita per un attimo, sorpreso dalla potenza e dalla semplice verità di ciò che ha detto, e continua con l'arringa - che è molto bella, un fervente appello alla giustizia naturale che, secondo lui, alberga nei cuori dei giurati e che gli fa vincere la causa trionfalmente e contro ogni pronostico - ma è quella prima, sorprendente frase che seguita a colpirmi, a turbarmi ogni volta che la sento pronunciare in quel film che mi condusse a scegliere rovinosamente la Facoltà di Giurisprudenza, ormai ventisette anni fa.

L'ho rivisto ieri notte, II verdetto, per l'ennesima volta. Mi ci sono imbattuto per caso mentre perlustravo i canali satellitari più periferici alla ricerca di documentari cruenti sulla vita degli animali, e non sono più riuscito a staccarmene sino alla fine. Ho fatto le tre, e stamattina sono stanco, ma il ricordo dell'emozione è ancora vivido mentre cammino in una Piazza Mercatale piena di manifestanti impacciati che, come me, danno l'idea di non aver mai manifestato prima. Sopra di noi il cielo sbiadito di febbraio sembra essersi mischiato alle nuvole per diventare un morbido, infinito tessuto grigio.

E il 28 febbraio del 2009, e sono sceso in piazza per la prima volta in vita mia. Era annunciato da tempo che oggi nella Piazza Mercatale si sarebbe svolta una manifestazione a sostegno del tessile pratese, appoggiata ecumenicamente da tutte le forze economiche e politiche della città. Dal comune agli industriali, dai sindacati agli artigiani, dalla provincia ai commercianti, dalla maggioranza all'opposizione, alla diocesi, tutti avevano invitato i cittadini a darsi appuntamento in quella che è una delle più grandi piazze d'Italia, per contarsi e scortare in giro per la città uno striscione tricolore tanto lungo da finire sul Guinness dei primati. Abbastanza curiosamente, l'iniziativa ha una parola d'ordine, forse anche un titolo: PRATO NON DEVE CHIUDERE.

Io sono venuto con Sergio Vari, l'amico bolognese che creava con me i tessuti degli scrittori per il Lanificio T.O. Nesi & Figli, il viveur comunista di cashmere che sostiene d'essere stato a Goa coi Led Zeppelin nel 1964, e quando gli si fa notare che i Led Zeppelin nel 1964 non s'erano ancora formati, risponde piccato che lui era a Goa con Robert Plant nel 1964, e di non rompere tanto i coglioni.

Alle manifestazioni, mi pare di capire, non si fa granché. Si parla con chi si conosce, si ascolta quello che dicono gli altri, si cammina, si salutano le persone, ci si guarda intorno. Tutto qua. Dev'essere l'elementare declinazione del meccanismo della rappresentanza, questo ritrovarsi ridotti a mere presenze, senza bisogno di dover dire o urlare o nemmeno pensare nulla, poiché le mie idee e le mie parole sono evidentemente rappresentate dal semplice fatto d'essere in piazza e non a casa, a far colazione con Carlotta e i ragazzi. Conta il corpo, allora, oggi: il suo protendersi a diventare pensiero, la sua ambizione di rappresentare anche chi non c'è.

Un palco da concerto è stato montato in mezzo al Mercatale, e da lì parlano con voce stentorea i politici cittadini



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